martedì 20 dicembre 2011

Zucca e ceci alla marocchina & appunti sulla Cannella


Questa è la mia versione di una ricetta trovata su un libro dedicato a Zucche e Cavoli [“Cavoli e Zucche in cucina” Rosanna Passione, Terra Nuova Edizioni]: in origine si trattava di una zuppa marocchina di zucca e ceci, io ho fatto la versione asciutta, omettendo il brodo vegetale e pomodoro. Poi ho accompagnato il tutto con riso a chicco lungo, ma se avessi avuto del cous cous il tutto sarebbe stato ancor più buono e, ovviamente, marocchino.

Per 4 persone

500 gr di zucca a pasta soda a dadini
350 gr di ceci cotti
1 e ½  cipolla
2 spicchi d’aglio
1 cucchiaio d’olio
1 cucchiaino di:
zenzero grattugiato
cumino in polvere
cannella in polvere
peperoncino
pepe
sale

Rosolate aglio e cipolla tritati in una padella capiente, quindi unite la zucca e tutte le spezie e fate cuocere a fuoco vivace per circa 15 minuti. Dopodiché aggiungete i ceci, salate, abbassate il fuoco e fate cuocere per altri 10-15 minuti, aggiungendo un goccio d’acqua calda. Il tutto è pronto quando la zucca è morbida ma non si è ancora spappolata, quindi regolatevi voi con i tempi di cottura.
Componete il piatto accompagnando con riso o cous cous e aggiungendo un filo d’olio crudo e una spruzzata di peperoncino.


In questo piatto la spezie che spicca su tutte è senzaltro la cannella. E’ una spezia che apprezzo molto soprattutto nei piatti salati, quindi in questa zucca e ceci a mio avviso ci sta a pennello. La cannella (Cinnamomum zeylanicum) è ottenuta dalla parte interna della corteccia di un albero originario di Ceylon. Ha un sapore intenso, dolce, aromatico e, a differenza dei suoi succedanei, non è mai amara. Il suo nome deriva dal latino “canello”, per l’aspetto molto simile ad un tubicino, ma viene comunemente chiamata anche “cinnamomo”, parola derivata dall’antico ebraico “qinnamon” [legno dolce]. In aromaterapia viene impiegata principalmente come tonificante del sistema circolatorio e dell’apparato digestivo, proprietà che la rendono altamente afrodisiaca, quindi, attenzione a non esagerare ^-^. Un uso molto meno comune è quello di masticarla per la pulizia dei denti, pare che sia un potente sbiancante naturale, oltre che antisettica e disinfettante: non avendo controindicazioni, magari si potrebbe provare ad utilizzarla al posto di alcuni dentifrici davvero sgradevoli e ultra-chimici. 

sabato 17 dicembre 2011

7 vegetali in 7 links

Non sarei qui a riproporvi queste sette ricette se Ornella non mi avesse invitata a farlo. Devo ammetterlo, non sono in genere molto avvezza a partecipare a questi giochi che girano tra i blog, ma questa volta perché no? ripescare 7 tra le mie vecchie ricette è stato utile a capire [o a sottolineare] una cosa: alla base di tutto il mio spazio ci sono sempre loro, le piante e i loro frutti! 
Intanto, ringrazio Ornella ed ecco...i miei 7 vegetali.

Il post più utile - Lamponi


Visto che non saprei dire se per voi c'è stata una ricetta più o meno utile, ho cercato quella più utile per me: è di sicuro quella che ha dato il via a questo blog, i Muffin ai lamponi e cioccolato.

Il post più popolare - Melanzane


E qui invece siete stati proprio voi a fare la scelta: il più gettonato fin'ora è quello degli Sformatini piccanti di melanzane.

Il post il successo mi ha sorpresa - Carciofi

Il Risotto ai carciofi è stato molto apprezzato, cosa che non mi aspettavo visto che di ricette di questo piatto ne è pieno l'etere. Ma forse la semplicità è stata proprio la sua forza, genuino e buonissimo!

Il post che non ha avuto l'attenzione che meritava - Noci


Al contrario del risotto sopra menzionato, per la Frolla alle noci mi sarei aspettata un po' più di enfasi, e invece...

Il post più controverso - Peperoni [e di nuovo Melanzane]


In generale sono un po' tutti i piatti a base di carne, non sono molto portata alla loro preparazione però ogni tanto ci provo...e in genere i risultati sono buoni. Però tra tutti di sicuro le Melanzane ripiene al manzo e peperoni sono state quelle che più mi hanno messa in crisi, perché non ho seguito una ricetta ed è stato un vero e proprio esperimento, per fortuna concluso con successo.

Il post più bello - Cacao


Non è stata una scelta facile, ma direi i Beignet au chocolat...buonissimi, con questa ricetta ho capito di essere una pasticcera mancata ^-^ !!!

Il post di cui vado più fiera - Piselli


Concludo con il Risotto ai piselli e gorgonzola: un elogio alla cucina semplice e genuina, ma soprattutto un piccolo orgoglio perché quei dolcissimi e buonissimi piselli arrivavano direttamente dall'orto, come la maggior parte della verdura che cucino, ma questi erano davvero speciali.

Ed infine, passo il testimone a:

- V@le di Chiodo di garofano
- Gunther di Papille vagabonde
- Gina di Sapori e colori
- Milla di Senza sale in Zucca
- Acky di Ackyart - Art, Food & Craft
- Cyril e Giorgia di Cook is good
- Rossella di Salsapariglia

martedì 13 dicembre 2011

Insalata tiepida di rape varie e carote...


...con salsa al limone e senape.
Un titolo lunghissimo per un piatto veramente semplice e veloce da preparare.

Ingredienti

barbabietola, cavoli rapa, cavoli navoni, carote in ugual quantità
2 limoni
 

1 cucchiaino di senape 
1 cucchiaio d’olio
semi di sesamo tostati
sale e pepe bianco

Non ho messo le dosi, l’importante è che ci sia più o meno la stessa quantità di ogni verdura.
Tagliate tutto a cubetti e fate cuocere al vapore [la barbabietola io l’ho presa già cotta, quindi quella va aggiunta solo alla fine]. Sbattete il succo dei limoni con senape, olio, sale e pepe.
Una volta cotte le verdure, lasciatele intiepidire, conditele con la slasina ottenuta, cospargete di semi di sesamo e mescolate bene.


Ecco un'altra delle irriducibili: anche se ora con i primi veri freddi vedo che inizia a stentare, il Crisantemo coronario non molla ancora, regala ancora una copiosa fioritura giallo sole, e in questa varietà contrasta piacevolmente con le foglie grigio chiaro. Non mi sto a dilungare troppo su questa pianta, anche perché se dovessi parlarvi dei crisantemi rischierei di scrivere un trattato di pagine e pagine, cosa che preferirei evitarvi [ed anche evitare io stessa!]. Soltanto due brevi cenni al suo simbolismo: nonostante sia oggi prassi comune associarlo ai riti funebri ed ai cimiteri, il crisantemo è una pianta che in passato, soprattutto nella cultura nipponica, aveva tutt'altro significato. Veniva infatti considerato il fiore solare per eccellenza, che dona vita e luce [il suo nome deriva dalle parole greche crhysòs (oro) e anthémon (fiorente)]. Forse è proprio per questo che, giunti in Europa nei primi dell'ottocento, si iniziò a deporli sulle tombe, come augurio di una vita felice e luminosa nell'aldilà. Riguardo al C. coronarium, posso dirvi che è adatto per adornare aiuole e roccaglie, ma anche per la coltivazione in grossi vasi, non necessitano di particolari cure, basta assicurargli un minimo d'ombra durante i mesi più caldi e loro vi regaleranno bellissimi fiori giallo oro da maggio fino all'autunno inoltrato.

mercoledì 7 dicembre 2011

Muffin al miele, uvetta e ciliegie candite


Dopo due ricette carnivore, ritorniamo alle dolci note del miele, con dei muffin molto buoni, arricchiti da uvetta e ciliege candite. Per l’impasto ho seguito la ricetta di una torta al miele trovata su uno dei miei libri di dolci, modificando solo alcune piccole cose [e questo mi ha sorpresa, visto che non riesco quasi mai a fare un piatto senza stravolgerne la ricetta originale!].


 Per circa 20 muffin:

125 gr miele [io di castagno]
350 gr farina
125 gr zucchero a velo
3 uova
70 gr ciliegie candite
50 gr uvetta sultanina
1 bustina di lievito in polvere
180 gr di burro [io margarina]

Fate ammorbidire l’uvetta in una ciotola con poca acqua tiepida per circa 10 minuti. Tagliate le ciliegie a metà. In una ciotola setacciate farina e lievito, aggiungete l’uvetta e le ciliegie [tenete alcuni pezzetti per decorare la superficie dei muffin] e rimescolate bene il tutto. Mettete da parte.
In un’altra ciotola lavorate il burro fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete miele e zucchero a velo, mescolando il tutto per alcuni istanti, dopodiché unite le uova sbattute poco alla volta e amalgamate bene.
Ora unite il composto di farina al composto di burro e lavoratelo con un cucchiaio di legno finché non otterrete una pasta collosa, omogenea e compatta.
Distribuite una cucchiaiata di pasta in ogni stampino per muffin, disponete su ognuno un pezzetto di ciliegia, spolverate con un po’ di zucchero ed infornate in forno preriscaldato a 160° per circa 20 minuti.


 Con la stessa pasta potete anche fare un plum cake o una torta, ricordate però di utilizzare il forno a 170° e lasciar cuocere per almeno ¾ d’ora.


Visto che anche se siamo alle porte dell’inverno qua nel mio giardino è ancora tutto uno sbocciare, da oggi inizierà una breve presentazione delle piante che, impavide e cocciute, regalano ancora bellissimi fiori.
Prima su tutte, la Fucsia (Fuchsia magellanica), un piccolo arbusto della famiglia delle Onagraceae, originaria dell’America centro meridionale e della Nuova Zelanda, ma comunemente coltivato in tutta la fascia temperata del globo. E’ una pianta piuttosto rustica, resiste bene anche al freddo invernale purché la base venga pacciamata per bene e ricordo, a chi volesse coltivarla, che esige un terreno soffice, ben drenato e possibilmente una posizione a mezz’ombra, per proteggerla dai caldi estivi. Oltre ad essere utilizzata come pianta ornamentale, nell’uso popolare le foglie venivano utilizzate per preparare decotti febbrifughi e diuretici [ma non sono del tutto certa che la pianta sia commestibile, anzi...fate attenzione] e, cosa meno comune e meno nota, le donne indigene della Nuova Zelanda utilizzavano il polline di alcune varietà come cipria. Infine, per la graziosa e singolare forma dei suoi fiori, gli innamorati nel 1800 usavano scambiarsi piccoli mazzi di fucsia come promesse d’amore. Usanza che oggi definirei decisamente fuori moda!

sabato 3 dicembre 2011

Spezzatino ai funghi


Ed ecco un'altra ricetta carnivora. Mi pare un po' strano, data la mia tendenza "vegetale", ma ci sta tutto,  trovo che questo spezzatino sia molto gustoso e piuttosto leggero, cucinato così senza aggiunta d'olio per via dei grassi già presenti nella carne.

Per 2 persone

300 gr di polpa di manzo a cubetti
250 gr di funghi champignon
4 spicchi d’aglio
1 cipolla
vino bianco secco
rametti di rosmarino, timo e santoreggia in abbondanza
1 cucchiaino di origano essicato
½ cucchiaino di peperoncino
½ cucchiaino di sumac
sale

Per prima cosa tritate finemente aglio, cipolla, tutte le erbe aromatiche e affettate i funghi.
In una casseruola capiente sistemate le aromatiche, la cipolla e l’aglio con la carne, fate rosolare a fuoco lento per circa 10 minuti e quando il tutto inizierà ad asciugare bagnate col vino bianco, fate sfumare ed aggiungete i funghi. Unite origano, peperoncino e sumak, mescolate bene e fate cuocere a fuoco basso per circa 1 ora, rimescolando di tanto in tanto e, se troppo asciutto, bagnando con un po’ di vino bianco o con acqua bollente. Trascorso il tempo necessario a render morbida la carne, regolate di sale e fate andare ancora per qualche istante.
Provatelo accompagnato da un’insalata di cavolo cappuccio, porri e finocchi crudi.


Come già vi ho accennato, non ho utilizzato olio per la cottura di questo spezzatino: la carne che avevo io era piuttosto grassa, facendola rosolare lentamente non c’è stato bisogno di aggiungere olio e la carne è rimasta molto morbida e succosa ugualmente. Ma a voi la scelta.


Oggi niente fiore, ma due parole sul sumac [che poi sempre di piante si tratta...]. Il sumac è una spezia prodotta macinando le bacche del sommacco (Rhus coriaria), arbusto coltivato principalmente per il suo bellissimo fogliame che in autunno si fa tutto rosso. Esistono varie specie del genere Rhus, molte delle quali sono velenose, quindi fate attenzione, non raccogliete le bacche se non siete sicuri che sia quella giusta! tornando alla nostra spezia, il sumac è generalmente rosso scuro, dal piacevole gusto acidulo, simile alla buccia del limone, a mio avviso anche leggermente pepato. Viene utilizzata soprattutto nella cucina araba per insaporire piatti a base di carne e di pesce, ma si dice che anche gli indigeni americani lo conoscessero e ne utilizzassero le bacche sotto sale, simili ai capperi nostrani, o spremute per ottenere un condimento acidulo.
Riguardo al nome, non ho ben capito se si scrive con la c o la k finali, se ha al centro due m oppure no: quello che uso io arriva direttamente da Istanbul [regalo di mia madre] e sul barattolo vedete l'etichetta originale con la k finale...boh, anche qui, a voi la scelta.

mercoledì 30 novembre 2011

Peperoni autunnali e pollo estivo


Peperoni nell’orto a (quasi) Dicembre: roba che mai mi sarei aspettata. Eppure, complice il caldo che qui in Liguria ha stentato e stenta ad andarsene, dalle piante ormai esauste di peperoni, dimenticate in un angolo dell’orto, pendono dei piccoli peperoni verdi, lucidi e sodi.
Li raccolgo subito, pensando immediatamente all’uso che potrei farne: pollo con peperoni e senape, uno dei piatti di carne che preferisco da sempre. Un piatto dai sapori decisamente estivi, reso leggermente piccante dalla senape e con quel gustino dolce-amarognolo tipico dei peperoni verdi. Per un veloce ritorno all'estate, un pochino in ritardo ^-^


Petto di pollo al forno con peperoni e senape

Per 2 persone:
1 petto di pollo da circa 400 gr
peperoni verdi
2 cipolle
1 cucchiaio di senape
1 mazzetto di timo
sale
pepe bianco

Fate appassire in una padella i peperoni tagliati a listarelle con le cipolle affettate sottilmente. Nel frattempo, dividete il petto in due parti, incidetelo in superficie con taglietti orizzontali e rosolatelo in una padella calda, circa 5 minuti per lato. Una volta cotti i peperoni, salateli, pepateli e aggiungete la senape e le foglie di timo, mescolando bene il tutto. Rivestite una teglia con carta da forno, disponete uno strato di peperoni, adagiatevi sopra il pollo, spolveratelo di sale e pepe e ricopritelo con i peperoni rimanenti. finite la cottura in forno riscaldato a 200° per circa 20 minuti.
Impiattate i petti separandoli dai peperoni, che saranno il gustoso contorno.

Ed ora, il peperone: Capsicum annuum, nome ingannevole perché, in mancanza di gelo invernale, è perenne, è una pianta della famiglia delle Solanacee (pomodori, melanzane e patate sono suoi stretti parenti). E’ una delle specie orticole più diffuse al mondo e si pensa che questa diffusione derivi dal fatto che è stata la prima specie originaria del bacino amazzonico settentrionale ad essere importata in Europa da Colombo. Ne esistono più di 3000 varietà, suddivise in Bell Pepper (peperoni dolci) e Chile Pepper (peperoni piccanti). In Italia è coltivato in tutta la penisola escluse forse le regioni più fredde ed in montagna: abbiamo varietà tipiche dal Piemonte (il quadrato di Asti) fino alla Sicilia (il friggitello verde).
Si dice che a Napoli il dialettale "puparuolo" sia sinonimo di persona sciocca e un po’ tontolona: c’è qualche napoletano che me lo conferma???

martedì 22 novembre 2011

Ero andata a comprare il pane...


E rieccomi qua!...come si dice dei fuggiaschi...era andata a comprare le sigarette e non è più tornata [nel mio caso, il pane]
Si, lo so, avrei potuto anche lasciare una nota, tipo "chiuso per ferie" o "ci si rivede in autunno" o robe del genere, ma chiedo scusa, non mi è proprio passato per la mente.
E così, dopo un'estate e metà autunno di frenetico lavoro, posso ricominciare a dedicarmi alla cucina, non spesso come prima, ma quel tantino che basta a rendere omaggio alla tavola e di conseguenza ad aggiornare questo piccolo spazio flor-culinario [???]. Naturalmente facendo i miei soliti giri tra i vostri, di spazi culinari, che tanto mi piacciono e tanto mi ispirano.
A tutti quelli che mi seguivano e che stoicamente mi hanno aspettata [!!!], oggi dedico un pane davvero speciale, dolce e piacevolmente aromatico, perfetto per le giornate che iniziano ad accorciarsi, col buio che arriva in fretta e l'aria frescolina che fa stizzire il naso...

Pane con miele e sesamo

Per gli ingredienti e la preparazione dell'impasto procedete esattamente come per le Chiocciole alla marmellata di prugne che trovate qui. Una volta lievitato l'impasto, stendetelo in un rettangolo unico, spalmatelo di miele, meglio se di castagno [dona un gusto più aromatico e deciso], cospargete di semi di sesamo e arrotolate il rettangolo di pasta, spolverando con un velo di farina; lasciate lievitare per un'altra oretta circa, dopodiché infornate a 170° per 1/2 ora, fino a che la superficie del pane non sarà bella dorata.
Vi consiglio di gustare questo pane ancora tiepido, molto fragrante e soffice.


Per finire, lasciatemi presentare uno degli alberi più belli e colorati dell'autunno, il Sorbo montano (Sorbus aria), che con le sue splendide bacche rosse dona ai boschi note profondamente colorate e calde. E' un albero  che vive spontaneamente nei boschi di latifoglie del Nord Italia, ma spesso viene anche utilizzato in parchi e giardini, per le bellissima colorazione delle foglie argentate nella pagina inferiore e, ovviamente, per il rosso vivo dei sui frutti autunnali, dei quali gli uccelli son ghiotti. Non solo gli uccelli però sono amanti di queste bacche: si dice infatti che i Celti e i Germani le considerassero uno dei principali nutrimenti degli dei, oltre ad essere amuleto contro fulmini e sortilegi. Ma allora, perché non piantare un Sorbo nel proprio giardino?? Io ci sto pensando, visto i tempi che corrono...

lunedì 20 giugno 2011

Bis di penne in insalata con melanzane e pomodori


Si ricomincia con le melanzane. E meno male, direi, visto che sono uno degli ingredienti che sulle tavole estive non dovrebbero mancare mai. Dopo quelle ripiene, dopo gli sformatini, oggi vi propongo un’insalata di pasta condita con melanzane e pomodori freschi, un piatto unico molto gustoso e fresco.

Per 2 persone [come al solito, abbondante]:
100 g di penne integrali
100 g di penne di kamut
1 melanzana
½ cipolla
3 pomodoro maturi
1 mozzarella
1 cucchiaio di pinoli
olio extravergine
un cucchiaino di santoreggia tritata (oppure origano)
peperoncino a volontà
sale

Tagliate a dadini la melanzana e tritate la cipolla, fatele rosolare a fuoco vivo con due cucchiai d’olio per circa 15 minuti e mettete da parte a raffreddare.
Cuocete i due tipi di pasta separatamente, fateli raffreddare.
Nel frattempo, tagliate i pomodori e la mozzarella a cubetti, conditeli con olio, santoreggia, sale e peperoncino e fate tostare i pinoli.
A questo punto non vi resta che mescolare tutti gli ingredienti assieme, aggiungendo un filo d’olio.


E dopo quest’insalata di pasta estiva, vi presento uno dei più simpatici e graziosi fiori che accompagnano durante tutta l’estate, il Tropeolo o, come più comunemente è conosciuto, il Nasturzio.
Tropaeolum majus è una pianta della famiglia delle Tropeolacee, originaria del Perù ed introdotta in Europa come pianta ornamentale nel XVI secolo. E’ molto coltivata negli orti biologici, dove si dice riesca ad attirare su di sé molti insetti nocivi alle altre piante mangerecce. Oltre a questa nobile qualità, contiene una sostanza ritardante della calvizie e un glucoside che reagendo con l’acqua produce un antibiotico.
I sui boccioli vengono spesso preparati sotto sale come i capperi ed hanno un gusto molto particolare, pungente e leggermente “caprino”.

martedì 7 giugno 2011

Schiacciata integrale con cipolla e rosmarino


Superato il tema "carne" (e mi sa che lo lascerò da parte per un po'...), ecco un pane davvero gustosissimo, preparato con farina integrale e arricchito da cipolle rosse e rosmarino tritati fini fini.
La ricetta l'ho rimediata sul mio libricino di pani e focacce tipiche delle Dolomiti, in cui si trovano un sacco di preparazioni gustosissime e genuine, soprattutto a base di farina di segale e di frumento. Purtroppo per questo pane avrei dovuto utilizzare appunto la farina di segale, ma non riuscendo a trovarla da nessuna parte l'ho sostituita a farina integrale. Ed era lo stesso molto buono.



Ingredienti:
400 g di farina integrale
100 g di farina 0 più quella per la spianatoia
15 g di lievito di birra
1 cipolla rossa di Tropea bella grande
3 o 4 punte di rosmarino
sale
2 cucchiai d’olio extravergine
acqua calda

Per prima cosa tritate la cipolla e il rosmarino molto finemente.
Setacciate le farine sulla spianatoia, salatele e fate al centro il buco, in cui metterete acqua calda, olio e lievito sbriciolato. Aspettate che il lievito si sciolga ed iniziate ad impastare lentamente il tutto, fino ad ottenere un impasto omogeneo, liscio e piuttosto morbido. A questo punto, allargate l'impasto e versate al centro la cipolla e il rosmarino, richiudete i lembi di pasta sul trito e impastate dolcemente per far amalgamare bene il tutto, per circa 2-3 minuti.
Formate una "palla" più o meno ovale, disponetela già nel tegame di cottura, schiacciatela leggermente sul dorso, fate dei tagli trasversali con un coltello ben affilato e copritela con due canovacci tiepidi. 
Fate lievitare per circa 2 ore. Trascorso questo tempo, infornate a 200° per 5 minuti, dopodiché abbassate la temperatura a 180° e fate cuocere per circa mezz'ora.

Appena sfornata è davvero una delizia, ottima per accompagnare formaggi freschi e verdure.


E visto che siamo in tema di rosmarino, andate a dare un'occhiata a Rosmarinus officinalis.

martedì 31 maggio 2011

Melanzane ripiene in un pomeriggio uggioso


In un pomeriggio uggioso di fine Maggio, sfogliando libri di cucina in compagnia di Minnu e delle mie piante, mi balena per la testa che tra le ricette della cucina La Fleur non ce n'è nemmeno una a base di carne rossa.

 
Decido di rimediare immediatamente, anche se, devo ammetterlo, le preparazioni a base di carne non sono assolutamente il mio forte: mi cimento quindi in una vera prova carnivoro-culinaria. Senza rinunciare, come al solito, ad una buona dose di verdure ^-^. Ed ecco il risultato:
 

Melanzane ripiene al manzo e peperoni

Per 2 persone [dosi belle abbondanti ^-^]:
2 melanzane non troppo grandi
2 cipolle piccole 
1 spicchio d'aglio
1 peperone rosso
400 g di polpa di manzo 
2 foglie d'alloro fresche
2 rametti di timo fresco
1 cucchiaino di peperoncino
pangrattato
pinoli
sale, olio extravergine

Per prima cosa, tagliate le melanzane a metà per il lato lungo e cuocetele al vapore per 15 minuti, la polpa dovrà risultare morbida ma ancora soda. Una volta pronte, svuotatele avendo cura di non rompere il guscio esterno e sminuzzate la polpa grossolanamente.
Tritate le cipolle e l'aglio, tagliate a cubetti piccoli il peperone e soffriggete il tutto con un cucchiaio d'olio, l'alloro e il timo. Dopo 10 minuti aggiungete al soffritto la polpa delle melanzane e fate andare per altri 10-15 minuti.
Nel frattempo, macinate la carne, conditela con un cucchiaio d'olio, sale e peperoncino e mescolatela bene, in modo che il condimento si distribuisca uniformemente. Cotto il soffritto, lasciatelo raffreddare alcuni istanti e aggiungetelo alla carne, amalgamate il tutto per bene, aggiustate di sale e riempite i gusci delle melanzane. Disponeteli poi in una teglia unta, spolverizzate di pangrattato, pinoli e condite con un giro d'olio. 
Infornate a 170° ventilato [o 180° normale] per 15-20 minuti.

A detta dell'omaccione che se l'è spazzolate quasi tutte, la prova carnivoro-culinaria è stata superata ^-^


Visto lo splendido aroma che il timo comune [Thymus vulgaris] dona ai nostri piatti, vi consiglio di dare uno sguardo anche ad un suo stretto parente, il Thymus pulegioides

martedì 24 maggio 2011

Piselli e gorgonzola??? ebbene...si può!


Finalmente le mie piante di piselli hanno iniziato a dare i loro frutti: loro non deludono mai, seminati a febbraio si può star certi che verso metà maggio daranno un rigoglioso raccolto. In genere non resisto e metà li faccio fuori mentre li raccolgo, ma questa volta ho deciso di trattenermi, sapendo bene che anche cotti sono decisamente sublimi. 


Ed eccomi alle prese con un risotto abbastanza insolito...si, perché non avrei mai pensato che l'accostamento dei piselli al gorgonzola potesse essere così buono: l'idea di partenza era quella di un semplice risotto ai piselli, ma a fine cottura, al momento della mantecatura, la presenza del gorgonzola ha distolto totalmente l'attenzione delle mie mani dal burro e le ha attirate a sé come una calamita....gorgonzola tentatore....giusto un pezzetto per mantecare ed il suo gusto deciso ha fatto da cornice alla dolcezza dei pisellini appena colti. Della serie "azzardo o non azzardo? ma sì, azzardo!"...


Risotto ai piselli mantecato al gorgonzola

Per 2 persone:
150 g di piselli freschi sgranati
 1/2 cipolla bianca
180 g di riso originario
1/2 bicchiere di vino bianco secco
50 g di gorgonzola
acqua bollente [circa 1/2 litro]
olio extravergine
sale

Tritate molto finemente la cipolla, fatela imbiondire in una casseruola con un cucchiaio d'olio e aggiungete i piselli. Fate cuocere per circa 5 minuti, dopodiché aggiungete il riso, tostate qualche istante, irrorate di vino bianco e fate sfumare a fuoco alto. Poi, aggiungete acqua bollente fino a coprire il riso, salate e lasciate andare a fuoco basso per 15 minuti circa, mescolando di tanto in tanto. Quando il riso sarà cotto [meglio leggermente al dente, così non si ammolla] spegnete il fuoco, agiungete il gorgonzola, mescolate, coprite con un coperchio e lasciate riposare 10 minuti.
Se vi garba, potete aggiungere a fine cottura qualche pisellino fresco.


venerdì 20 maggio 2011

Chiocciole e Fagottini alla marmellata di Prugne


Quella che vedete è una pasta lievitata veramente buona: ho trovato la ricetta in un piccolo libricino di cucina tipica delle Dolomiti, da cui spesso ho attinto piatti gustosi e davvero semplici da preparare. In realtà per questi dolcetti ci vuole un po' di tempo, la pasta richiede una lavorazione un po' lunga, ma vi assicuro che ne vale la pena, sono ottimi! Se poi farciti con una marmellata fatta in casa come questa, sono ancora più buoni.


Ingredienti:
500 g di farina
25 g di lievito di birra
un bicchiere di latte
70 g di burro
70 g di zucchero
2 uova
marmellata di prugne [meglio se fatta da voi ^-^]

Setacciate la farina in una terrina riscaldata, aggiungete un pizzico di sale e fate un incavo. Versate il latte tiepido nell'incavo, scioglietevi il lievito e spolverate il composto con un pizzico di zucchero e di farina. Coprite la terrina e lasciatela riposare in un luogo caldo. Nel frattempo, sciogliete il burro, una volta intiepidito mescolatelo con lo zucchero e le uova e versate il tutto nella terrina con la farina. Impastate gli ingredienti, battendo bene la pasta finché non si staccherà dai bordi della terrina. Coprite nuovamente con un canovaccio e lasciate lievitare: la pasta dovrà raddoppiare di volume [circa 1 ora]. Trascorso il tempo di lievitazione, trasferite la pasta sulla spianatoia, stendetela ad uno spessore di circa 1 cm e tagliatela a quadrati [per i fagottini] e a strisce sottili [per le chiocciole]. 
Fagottini: disponete due cucchiai di marmellata al centro dei quadrati e chiudeteli ripiegandoli a metà, sigillando bene con le dita o con i rebbi di una forchetta.
Chiocciole: spalmate le strisce con marmellata e arrotolatele a spirale.
Disponete i dolcetti su di una teglia da forno, coprite con un canovaccio e lasciate lievitare ancora 1/2 ora circa.
A questo punto infornate a 170° per 20 minuti circa. 
Una volta sfornati, vi consiglio di non avventarvi su questi dolcetti: la marmellata al loro interno è rovente ^-^


Con questa ricetta dolce e profumata vi rimando a dare un'occhiata alla Lavanda, che con i suoi colori delicati e il suo profumo meraviglioso inizia a fiorire proprio in questa stagione.