venerdì 1 giugno 2012

Au revoir!


La Fleur Kitchen chiude qua, con le sue Viole ed un dolce delicatissimo ai frutti di bosco.
Ecco, dire che mi dispiace è poco, dedicare parte del mio tempo a questo piccolo progetto mi piace, e molto, ma il motivo della mia 'resa' [se così si può chiamare] fa parte di un grande sogno che forse sta per realizzarsi.
Non vi tedierò a lungo con la storia della mia vita, solo vi dico che due mesi fa ho passato le selezioni di un corso per chef finanziato dalla Comunità Europea, al termine del quale avrò la 'Qualifica professionale di chef'. Un'occasione d'oro che mi ha permesso di conciliare lavoro e passione: da metà Giugno mi troverete nella cucina di un bellissimo ristorante a Varazze, 'Il Mulino': propone  un menu della tradizione ligure, con varianti sul tema, prodotti freschissimi di ottima qualità, verdure che arrivano dall'orto dello chef e una cantina molto curata.

Dunque vi saluto cari  miei, ma prima beccatevi questa!


Torta morbida al cioccolato e frutti di bosco

90 gr di farina
15 gr di cacao amaro
120 gr di burro
80 gr di zucchero di canna
120 gr di cioccolato fondente
100 ml di caffè
80 ml d'acqua
1 uovo
250 gr di frutti di bosco misti

Sciogliete il burro in un pentolino con il caffè, l'acqua e lo zucchero.
Unite quindi il cioccolato a pezzetti e mescolate bene il tutto finché non si sarà sciolto completamente. 
Setacciate la farina ed il cacao ed uniteli poco per volta al composto precedente.
Imburrate una teglia da 18 cm di diametro, versatevi l'impasto, distribuite sulla superficie i frutti di bosco ed infornate a 170° per circa 40 minuti.
Potete guarnire le fette con delle scaglie di cioccolato fondente o con una spruzzata di zucchero a velo [io, cioccolato fondente ^-^]

Au revoir à tous!

Meg e le sue Viole

lunedì 2 aprile 2012

Cous cous con ceci e verdure saltate & Appunti sul Garam masala


Mi dimentico sempre di lui, ma finalmente è arrivato anche il suo momento: cous cous!

Per 2 persone:

mezza tazza di cous cous [circa 150 gr]
150 gr di ceci lessi
400 gr di erbette
1 peperone rosso
3 carote
4 porri piccoli [o uno grande]
1 spicchio d'aglio
un cucchiaio d'olio extravergine
un cucchiaino di garam masala
sale 

Per prima cosa tagliate le erbette a listarelle e fatele sbollentare per pochi minuti. Nel frattempo, tagliate a striscioline sottili il peperone, tagliate le carote a julienne, fate a rondelle i porri e schiacciate lo spicchio d'aglio sbucciato. Rosolate a fuoco vivo le verdure in padella con l'olio, mescolando di frequente. Quando saranno appassite, unite le erbette ed i ceci e fate cuocere per circa 10 minuti a fuoco moderato. A fine cottura salate a piacere ed aggiungete il garam masala. In un pentolino fate scaldare mezza tazza d'acqua con un filo d'olio, quando bolle versatevi il cous cous e rimescolate per pochi minuti a fuoco acceso, poi spegnete e mescolate ancora finché il cous cous non sarà ben sgranato. 
Ed ecco qua, unite cous cous e verdure ed il piatto è pronto.


Garam masala è un termine indiano che sta ad indicare, più che una spezia in particolare, una tipologia di spezia che ha la caratteristica di conferire ai cibi uno spiccato e caratteristico aroma di cannella, cumino e coriandolo [gli ingredienti base] e di dare un piacevole senso di calore leggermente pungente ai cibi, da cui il nome, che significa appunto 'spezia calda'. Oltre agli ingredienti base che vi ho citato, si aggiungono poi altri aromi, ad esempio chiodi di garofano, peperoncino, alloro essiccato, semi di sesamo tostati o cardamomo, in relazione alle pietanze che si vogliono aromatizzare. E' usato generalmente in piatti salati, ma lo si trova anche tra gli ingredienti di biscotti e per aromatizzare condimenti a base di yogurt. Personalmente lo preferisco nei piatti salati e vi consiglio di unirlo solo a fine cottura, per far sì che conservi intatto il suo aroma. Sarebbe anche buona norma prepararlo al momento con un mortaio, abitudine che purtroppo non sono ancora riuscita a prendere, complice sopratutto l'assenza del mortaio [ma prima o poi me lo procurerò, promesso].

lunedì 26 marzo 2012

Lasagne al pesto di broccoli, per salutare l'inverno


La stragrande maggioranza delle persone si sa, non ama l'inverno, non ama il freddo e le sue corte giornate apparentemente spoglie e un po' grigie. Tantissime persone salutano con gioa e si rallegrano dell'arrivo della primavera, tutto un turbine di colori, profumi e tepore che si scuote nell'aria. E ci sta.
Ma, senza togliere niente alla nostra amata primavera [chi mi segue potrà ben immaginare che il solo fatto di veder sbocciare i fiori sul balcone e in giardino è una vera gioia], insomma, mi pare che il buon vecchio inverno venga scalzato troppo in fretta ed anche un pochino in malo modo, come se il suo freddo passare non serva a nulla. Ed invece è proprio questo un momento così importante, così fondamentale, di riposo per la materia e lo spirito, che precede l'esplosione di vita che è la primavera e cauto ogni anno ritorna a spegnere per un po' il calore assordante dell'estate.
Ed oggi quindi, permettetemi un arrivederci all'inverno, con queste lasagne ormai un po' fuori stagione, ma visto che qualche broccolo nell'orto ha fatto un po' tardi....perché non approfittarne?

Per il pesto:

400 gr di broccolo 
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
2 cucchiai di pinoli
1 spicchio d'aglio
olio extravergine
sale

Per la besciamella:

500 ml di latte
4 cucchiai di farina
30 gr di burro
sale

E, da non dimenticare, 400 gr di lasagne fresche ;)

Preparate il pesto: fate sbollentare il broccolo in acqua salata per alcuni minuti, finché non sarà tenero. Scolatelo, lasciatelo raffreddare e tenete da parte qualche cimetta. Sbucciate l'aglio, tagliatelo a fettine. Frullate parmigiano, pinoli, aglio e broccolo fino ad ottenere un composto cremoso, aggiungete poi un filo d'olio e un pizzico di sale.
Preparate la besciamella: sciogliete in un pentolino il burro, aggiungete lentamente la farina mescolando bene, versate il latte lentamente sempre mescolando di modo che non si formino grumi, dopodiché fate raddensare a fuoco molto basso, salando ed eventualmente aggiungendo un pizzico di noce moscata. [Un consiglio: non fate la besciamella troppo densa perché, utilizzando le lasagne a crudo, il tutto risulterebbe troppo asciutto.]
Ora non vi resta che comporre il tutto, alternando strati di lasagne a strati di pesto e besciamella fino ad esaurimento degli ingredienti, aggiungendo qua e là le cimette di broccolo tenute da parte e cospargendo per bene la superficie di parmigiano grattugiato. Infornate a 170° per un'ora circa. [Se vi pare che le vostre lasagne si stiano colorendo troppo, copritele con un foglio di alluminio.]


Cosa a me oscura fino a poco tempo fa, broccoli e cavoli in genere [Brassica oleracea] in passato erano considerati un ottimo rimedio contro le sbornie, sia mangiati prima, per prevenire, sia consumati dopo, tanto che esisteva un detto a loro associato che così recitava 'affinché non sia troppo fastidiosa l'ebbrezza'. Questa credenza è legata ad una leggenda greca, secondo la quale un principe di Tracia, Licurgo, un giorno decise di distruggere le sue vigne, offendendo a morte Dioniso. Questo, iracondo, legò il principie ad un ceppo, il quale si mise a piangere disperato e dalle sue lacrime nacquero cavoli. Per questo si pensava che tra la vite e i cavoli non scorresse proprio buon sangue. 
Non so voi, ma io ritengo piuttosto arzigogolato il legame tra la leggenda e le presunte proprietà antisbronza dei cavoli. A parte ciò, è un alimento ricco di  fosforo, calcio, iodio, vitamine del gruppo C ed isotiocianati,  composti aromatici contenenti zolfo che, oltre a conferire il tipico odore pungente, secondo alcune ricerche mediche sarebbero preziosissimi nella prevenzione ai tumori. Quindi, anche se non profumano proprio di violetta, direi che val la pena mangiare cavoli a volontà.

domenica 18 marzo 2012

Quiche Lorraine [veg]


Versione molto personale della famosa Quiche lorraine.
Amo molto questa torta, ma devo ammettere che la pancetta...mh...non mi convince mai, sopratutto a cubetti. E così, come spesso accade, le ricette me le faccio su misura, a dispetto di chi una bella fettazza di torta piena di cubotti di pancetta se la mangerebbe volentieri, ogni tanto [vedi l'uomo delle caverne che condivide la mia tana]. 
Niente di meglio delle cipolle, dunque, per sostituire il gusto puntuale ed acceso della pancetta.

Per la pasta:

200 gr di farina
4 cucchiai d'olio
acqua tiepida
un pizzico di sale

Per il ripieno:

4 cipolle dorate
150 gr di groviera grattugiata
250 ml di panna da cucina
1 cucchiaio di latte
1 uovo
olio extravergine
sale e pepe
timo fresco

Per la pasta, riunite farina, sale e olio in un recipiente largo e impastate aggiungendo lentamente un po' d'acqua tiepida, fino ad ottenere una palla compatta e morbida. 
Affettate sottili sottili le cipolle, fatele soffriggere con un po' d'olio finché non risulteranno morbide e lasciatele raffreddare. 
Nel frattempo, stendete la pasta e foderate una teglia, sbattete l'uovo con la panna ed unite le cipolle e la groviera, un pizzico di sale, pepe e timo fresco a piacere. Disponete il tutto sulla pasta e ripiegate i bordi.
Infornate a 180° per circa 25-30 minuti.


La cipolla [Allium cepa] è un ortaggio coltivato fin da tempi antichissimi. Si dice infatti che già gli antichi Egizi ne facessero largo uso ed Erodoto riporta notizie su alcune iscrizioni rinvenute nelle piramidi di Cheope, secondo le quali si era speso tantissimo in cipolle, ravanelli e aglio per sfamare chi aveva lavorato alla loro costruzione. In Grecia era consacrata alla dea Latona, madre di Apollo, che in dolce attesa era riuscita a farsi venir appetito solo grazie alle cipolle. C'era anche chi non la gradiva molto, vedi i pitagorici, che ne sconsigliavano l'uso perché la ritenevano un po' troppo afrodisiaca, tanto che Marziale recita:

'Quando hai moglie vecchia e membro molle, non ti resta che mangiar cipolle.'

E Marziale la sapeva lunga, infatti la cipolla ha proprietà nutrizionali davvero eccellenti, contiene oligoelementi, glucidi, lipidi, protidi, vitamine A, B, PP, C ed E, sostanze antibatteriche ed oli essenziali che le conferiscono proprietà cardiotoniche, rinvigorenti, nutritive, antisettiche e diuretiche. Ottima anche per la cura delle punture degli insetti e come repellente per le zanzare, peccato solo per l'odore non troppo gradevole: cospargersi il corpo di macerato di cipolle oltre ad allontanare le zanzare potrebbe avere effetti collaterali di un certo rilievo sulla nostra vita sociale!

martedì 6 marzo 2012

Crostata alla marmellata di limoni


Che fare se amici e parenti ti regalano un sacco di limoni appena raccolti? senza pensarci troppo, un esercito di barattoli di marmellata, direi...E però, che fare di tutta 'sta marmellata? Io inizierei con una crostata, poi si vedrà. Dall'albero al tegame, passando per fornelli e barattoli: ecco la fine del limone.

Marmellata di limoni

Per ogni chilo di limoni utilizzate 800 grammi di zucchero. Lavate i limoni, asciugateli, tagliateli a rondelle fini eliminando i semi. Disponete i limoni con lo zucchero in una pentola capiente e portate a bollore a fuoco molto lento. Dopodiché fate cuocere da 20 a 30 minuti [vi sconsiglio di cuocerla di più, risulterebbe troppo solida] e versate la marmellata ancora bollente in vasetti ben sterilizzati. Chiudete con tappi nuovi. [Generalmente io capovolgo i barattoli per una notte in modo che si formi il vuoto]. Ah! io ho aggiunto alla marmellata un pizzico di radice di zenzero grattugiata, a voi la scelta.

Ed ora...Crostata alla marmellata di limoni

300 gr di farina
170 gr di burro
150 gr di zucchero 
1 tuorlo d'uovo
un pizzico di sale
la scorza grattugiata di un limone
marmellata di limoni

Riunite tutti gli ingredienti in una terrina capiente o sulla spianatoia. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere una palla compatta [ci vuole un po' di tempo, a volte mi pare impossibile perché per un po' gli ingredienti non sembrano volersi amalgamare, ma poi ad un tratto per magia si forma la palla, e meno male...].
Tenete un terzo della pasta per le striscioline, stendete la rimanente in una teglia a cerniera da 21 cm. Spalmate la marmellata sulla pasta, decorate con le striscette di frolla, sigillate i bordi con i rebbi di una forchetta ed infornate a 170° per 30 minuti circa.


Ed ora, per chi ne avesse bisogno, le istruzioni di un rituale magico per scacciare le influenze negative da persone e cose. 
Il Cattabiani recita "...si tiene un limone nella mano sinistra e uno spillone metallico nella destra. Il limone va ruotato in senso antiorario per tre volte consecutive, lentamente, e arrestato all'altezza della fronte. Poi gli si farà sfiorare la spalla destra e quindi quella sinistra e ancora una volta la fronte. A questo punto, tenendolo nel mezzo della fronte, lo si penetrerà dall'alto verso il basso con lo spillone. Lo si lascerà infine cadere al suolo e vi si appoggerà delicatamente il piede sinistro recitando la formula liberatoria 'Itor kalem itor ausin isitan'. Così è, se vi piace." Infatti, così è, se vi piace.
A parte ciò, sappiamo che il Limone [Citrus limonum] è ricco di acido citrico, ascorbico, malico citrato di potassio e di calcio, glucidi, sali minerali, oligoelementi, vitamina C e flavonoidi, tutte sostanze che lo rendono un tonico eccellente ed un forte antisettico, utile sia nella nutrizione che nella cura del corpo. E quindi, con i limoni rimasti, sarà forse il caso di farmi qualche trattamento di bellezza!

lunedì 27 febbraio 2012

Le paste dure


Ho sempre pensato che per ottenere il pane di pasta dura fosse necessario aggiungere burro o strutto all'impasto. Invece, girovagando tra i vari siti di ricette, mi sono imbattuta in Vittorio, il figlio di un panetterie genovese che gestisce il blog Vivalafocaccia: qui ho trovato una ricetta di questo tipo di pane che prevede solo l'aggiunta di 3 cucchiai d'olio ed ho scoperto che il segreto della buona riuscita sta tutto nella maniera di impastarlo, per lungo tempo [almeno 15 minuti] e con forza, quindi per prepararlo in casa è necessario possedere una macchina del pane [a meno che voi non abbiate le braccia di un gladiatore e la pazienza di un santo]. Ecco, dovete sapere che io non sono una fanatica della macchina del pane, ma mia nonna, che ha quasi 86 anni, non riesce più a impastare a mano come una volta e per praticità se lo fa quasi tutti i giorni utilizzando proprio questo marchingegno [non me ne vogliano i fans della macchina del pane]. Così sono migrata nella sua cucina e mi sono detta 'per una volta potrò anche chiudere un occhio, no?' .... e visti i risultati direi che ne è valsa davvero la pena. La foto non rende giustizia a questi panini, ma vi assicuro che erano esattamente come le paste dure che si comprano dal panettiere [anzi, meglio ;)] e , cosa che non credevo, velocissimi da preparare, in 2 ore sono pronti in tavola.

Per 4-5 paste dure:

300 gr d'acqua a temperatura ambiente
10-12 gr di sale [circa un cucchiaino]
30 gr d'olio extravergine [circa 3 cucchiai]
550 gr di farina 
25 gr di lievito di birra

Per il procedimento vi consiglio di andare a vedere qui, io di certo non saprei essere così precisa. Seguite alla lettere quello che spiega Vittorio ed il risultato è assicurato.


La prossima volta proverò a fare le biove, sempre con il marchingegno della nonna....alla fine, di occhi ne ho due, per una volta posso chiudere anche l'altro! ^-^

lunedì 20 febbraio 2012

Torta di mele & appunti sul Sesamo


E' proprio vero, esistono mille versioni di questa torta. E' uno dei miei dolci preferiti, soprattutto con una buona dose di mele, che la rendono morbida e succosa. Questa è la mia versione: aggiungo sempre un po' di semi di sesamo sulla superficie, mi piace il contrasto tra il loro gusto leggermente amarognolo e il dolce delle mele.

3 mele renette grandi [o 4 piccoline]
2 cucchiai di zucchero di canna
il succo di mezzo limone
250 gr di farina
1 cucchiaino di lievito per dolci
100 gr di zucchero bianco
1 uovo
100 gr burro
1 bicchiere di latte
zucchero bianco e semi di sesamo per la superficie

Fate sciogliere il burro con il latte a bagno maria e lasciate che si raffreddi un po'.
Nel frattempo, tagliate a fettine sottili le mele, irroratele di succo di limone e zucchero di canna. Setacciate la farina con il lievito, sbattete l'uovo con lo zucchero e unite lentamente la farina, alternandola al burro col latte. Amalgamate bene il tutto, aggiungete le mele e sistemate l'impasto in una tortiera a cerniera imburrata ed infarinata e cospargete la superficie di zucchero e semi di sesamo. Infornate a 160° per 3/4 d'ora circa.


Chi, almeno una volta nella vita, non ha pronunciato per scherzo la formula magica 'Apriti sesamo'? Si pensa che questa virtù magica del sesamo [Sesamum indicum] derivi dall'usanza indiana di utilizzarlo nei riti funerari come dono ai defunti per varcare le soglie dell'aldilà e di conseguenza avere spalancate le porte dell'immortalità. E' pratica comune infatti, dopo la cremazione dei defunti, bagnarsi nel fiume e lasciare sulle sue sponde dei mucchietti si semi di sesamo.  
Ma oltre a queste proprietà espiatorie, il sesamo ha, nella pratica, un seme molto nutriente e ricco degli acidi oleico e linolenico: dalla sua spremitura si ottiene un olio delicato, dal colore giallo chiaro e dal sapore gradevole ed amarognolo, impiegato sia in cucina, soprattutto nelle fritture orientali, sia nella produzione di detergenti a base di tensioattivi naturali. Solo recentemente ho scoperto che la pianta ha fiori davvero bellissimi, molto simili a quelli della digitale: sarebbe interessante provare a coltivarlo anche come pianta ornamentale nei nostri giardini, soprattutto al Sud, dove il clima è più favorevole alla sua crescita.

venerdì 10 febbraio 2012

Crema di lenticchie rosse e zucca: elogio all'arancione


Rieccomi con un'altra crema, di quelle salutari che ci fanno tanto bene durante la stagione fredda, con lenticchie ricche di proteine e ferro e zucca ad alto contenuto di sali minerali e vitamine. E' uno dei piatti che preparo più spesso, oltre ad essere davvero buona è velocissima e con due scodelline sazia a meraviglia, magari accompagnata da qualche fetta di pane integrale tostato bello caldo.

Per 2 persone:

150 gr di lenticchie rosse decorticate
400 gr di zucca di Chioggia
1 cipolla [o 1 porro]
2 spicchi d'aglio
sale, pepe
timo fresco
curry

Tagliate la zucca a cubetti, fate a fettine la cipolla e l'aglio. Mettete le verdure in una pentola con le lenticchie [magari prima potete sciacquarle un po'], coprite a filo con acqua bollente e fate cuocere per 15-20 minuti a fuoco lento. Dopodiché frullate il tutto fino ad ottenere un composto molto omogeneo e cremoso e completate con un pizzico di sale e pepe, una spruzzata di curry, qualche fogliolina di timo fresco e un giro d'olio. 


Ho scoperto recentemente che in passato se ne dicevano di tutti i colori sulla Lenticchia [Lens culinaris o Ervum lens]: in particolare Castore Durante nel Rinascimento ne sconsigliava altamente l'uso, in quanto alimento che poteva provocare "elefantia, rogna, cancari e cirri e dolori di nervi, imperocché il suo ndurimento fatto sangue grosso e seco, divien humor malenconico". Nel II secolo dopo Cristo c'era addirittura chi pensava potessero causare tumori. Per fortuna il caro vecchio Plinio ci dice che chi si nutre abitualmente di lenticchie gode di una buona "tranquillità d'animo". Io personalmente mi trovo molto più in accordo con Plinio, visto anche l'elevato valore nutritivo di quest'umile legume: 100 grammi di lenticchie contengono circa 3,5 grammi di fibre, 6,8 grammi di proteine, 17 mg di Calcio e 2 mg di Ferro. A mio parere un vero "superalimento". 

mercoledì 1 febbraio 2012

Crema di porri, piselli e carciofi: elogio al verde


Oggi un piatto tutta salute, mi sembra di essermi lanciata un po' troppo ultimamente con quei muffin al cacao e ciliegie, non vorrei esagerare con le calorie e i grassi  :P e quindi si ritorna a piatti leggeri, ma gustosissimi.
Io amo ogni tipo di verdura, ma molte persone non sono affatto d'accordo con me e propinar loro piatti esclusivamente a base di porri, carciofi e piselli sembra quasi un affronto. Non necessariamente però tutto ciò che è leggero e sano dev'essere considerato in partenza senza gusto: questa crema, abbondando con i porri, è sicuramente molto saporita ed ha un profumo davvero invitante. 

Per 2 persone:

400 gr di porri
2 carciofi
150 gr di piselli secchi [messi in ammollo 2 ore prima]
200 gr di piselli freschi [io ho usato quelli surgelati]
sale
pepe bianco
olio extravergine

Pulite i porri e tagliateli a rondelle, togliete le foglie dure ai carciofi, la barbetta e fateli a fettine, scolate i piselli secchi e ponete tutte le verdure, compresi i piselli freschi, in una pentola capiente. Coprite d'acqua bollente [non esagerate con l'acqua se no vi rimarrà troppo liquida] e fate cuocere per circa 30 minuti. Salate e frullate il tutto fino ad ottenere una crema densa. Accompagnatela con crostini di pane integrale, un giro d'olio e una bella spolverata di pepe.


I porri [Allium porrum]. Ecco, non pensavo che questa pianta godesse di molta conoscenza in passato, ed invece eccomi lì a leggere di una leggenda davvero curiosa che vede protagonisti, oltre ai porri, San Pietro e sua madre. Si narra infatti che questa brava donna fosse molto avara, ma un giorno, mentre lavava le verdure per il minestrone alla fonte, delle foglie di porro le scapparono via. Una vecchina che passava di lì le chiese così di prender quelle foglie per sé e la madre di San Pietro, forse impietosita, le concesse di prenderle. Quando morì, la madre finì dritta all'inferno e così suo figlio, San Pietro, andò dal Signore in persona a chiedergli di darle una possibilità di riscatto, visto che almeno una buona azione [vedi vecchina sopracitata] l'aveva compiuta. Allora il Signore disse a San Pietro di protendersi verso gli inferi con una foglia di porro, per fare in modo che sua madre potesse aggrapparsi e risalire verso la luce. Solo che, nel momento in cui il santo fece ciò, un nugolo di dannati si appese alla madre, che con ferocia iniziò a tirar loro calci e pugni, ricadendo anch'essa dritta dritta nelle fiamme degli inferi. Morale della favola: non basta una foglia di porro donata per non finire all'inferno. 
E vabbè....a parte San Pietro e sua madre, il porro nei tempi passati veniva considerato afrodisiaco per la sua forma fallica, per questo era visto un po' di sbieco e non molto amato dalle caste più bigotte. A mio avviso, i porri sono deliziosi e se veramente hanno questa proprietà, mangiarne uno in più di tanto in tanto può farci solo che bene ^-^

martedì 24 gennaio 2012

Muffin al cacao e marmellata di ciliegie


Toccata e fuga. Ricetta veloce per i duri amanti del cacao amaro e del fondente 99,9 %...ma che sotto sotto hanno un cuore dolce come la marmellata di ciliegie.

Per circa 10 muffin

275 gr di farina 0
80 gr di cacao amaro
1 e 1/2 cucchiaino di lievito per dolci
100 gr zucchero
150 gr di burro
1 uovo
1 bicchiere di latte 
marmellata di ciliegie

Sciogliete il burro a bagno maria e lasciatelo raffreddare. Nel frattempo mischiate tutti gli ingredienti secchi [farina, cacao, zucchero, lievito], sbattete l'uovo con il latte e, quando si sarà raffreddato, unite il burro.
Ora non vi resta che amalgamare velocemente ingredienti secchi e liquidi, formando un impasto molto morbido e colloso. Riempite gli stampini da muffin e completate incorporando un bel cucchiaino di marmellata al centro, pressandolo un poco per farla inglobare meglio e creare il "cuore dolce".
Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 20 minuti.


Concludo con un paio di aneddoti sul Ciclamino [Cyclamen europaeum]: Plinio il Vecchio consigliava di piantarlo intorno alle case perché teneva lontano i filtri malefici e si dice sia simbolo di Diffidenza e Scoraggiamento...Ecco, io ne ho piantati tantissimi davanti alla mia porta...direi che la protezione da sortilegi e malintanzionati non mi mancherà di certo ^-^.

mercoledì 18 gennaio 2012

Insalata di farro e un albero magico


La fleur kitchen riapre dopo una breve pausa di inizio anno. E ripartiamo con un piatto davvero ottimo, dedicato agli amanti delle insalate, che se poi sono così ricche è ancor meglio...e in più questa di oggi contiene ingredienti con proprietà antiossidanti [radicchio e melagrana] e omega 3 [noci], così preziosi per la nostra salute, soprattutto se consumati crudi. 
...Concedendoci un'aggiunta generosa di formaggi semistagionati...

Per 4 persone

200 gr di farro perlato
40 gr di asiago
40 gr di formaggio misto di pecora e mucca
½ cespo di radicchio trevigiano
10 noci
1 mela renetta
2 cucchiai di grani di melagrana
olio
timo
sale e pepe

Fate cuocere il farro in acqua salata e lasciate che si raffreddi completamente. Nel frattempo tagliate a cubetti i formaggi e la mela, pulite e tagliate a listarelle sottili il radicchio, sgusciate e tritate grossolanamente le noci.
A questo punto non vi resta che riunire tutti gli ingredienti in una scodella, condire con un bel giro d’olio, sale, pepe e foglioline di timo fresco spezzettate.




Torniamo alle nostre prelibate noci: la parte commestibile sono i cotiledoni carnosi del seme di Juglans regia, un albero della famiglia delle Juglandaceae che può raggiungere dimensioni davvero maestose. Ma anche i frutti interi, dal mallo verde e carnoso, vengono utilizzati per produrre un liquore denso e amarognolo, il Nocino, ed in Inghilterra è uso comune conservarli in agrodolce, da accompagnare con formaggi di capra [davvero deliziosi]. Oltre all'uso alimentare, il mallo delle noci viene anche utilizzato per preparare tinture per capelli. Ed indubbiamente tutte le parti della pianta contengono sostanze protettive per l'organismo, quali acido alfa-linolenico [acido grasso del gruppo Omega 3], tannini, vitamina C e oli eterei, sostanze che conferiscono proprietà astringenti, antiossidanti e toniche.
Mettendo da parte le questioni salutistiche, il noce è un albero da sempre legato a riti magici e credenze molto antiche: sotto il noce colossale di Benevento si narra che venisse celebrato uno dei più grandi sabba delle streghe, ed in generale anche alberi di dimensioni più modeste venivano utilizzati a tale scopo in tutta Europa. Si pensa il motivo fosse che questi alberi non vengono colpiti dai fulmini, il che li rende alberi sicuramente molto curiosi, se non addirittura magici. [esiste una spiegazione scientifica a ciò, ma preferisco lasciarvi nella convinzione che il noce sia davvero un albero magico^-^]